Ricettività, potenzialità e cambiamento
L’ipnosi è una delle più antiche arti curative, se non la più antica, e allo stesso tempo tra le più moderne, padre di ogni trattamento medico, madre di ogni psicoterapia, essenziale livello comunicativo dietro le quinte di ogni relazione di cura.
Essa predispone all’apprendimento, cioè a quello stato di ricettività (theta) appartenutoci soprattutto da bambini quando, estremamente flessibili e totipotenti, eravamo capaci di imparare con grande facilità, di concentrarci e partecipare alle cose “con tutto il cuore”, con tutto l’essere, di constatare la vita piuttosto che valutarla, come invece spesso è costretto a fare l’adulto. L’ipnosi consente di ammorbidire quella struttura comportamentale, affettiva e di convinzioni che fa dell’”ex-bambino” un individuo spesso schematizzato e, talvolta, troppo irrigidito e poco permeabile a nuovi apprendimenti. E’ questo che in presenza di un’adeguata motivazione ne fa uno strumento comunicativo tra i più agevoli e potenti: l’accesso alla ricettività e potenzialità del bambino avviene in modo consapevole e senza perdere la capacità di autodeterminarsi.
Giova sottolineare, quindi, che in ipnosi non si faranno mai cose contro i propri principi e volontà: il plagio, ad esempio, nello stato ordinario è molto più facile. In quello ipnotico, invece, ciascuno tende al benessere e all’equilibrio.
Nella nostra mente conscia vi è un “controllo doganale” – funzione critica – che è una sorta di filtro sempre in funzione, che con l’ipnotismo non può essere né eliminato né beffato ma, in consapevolezza, unicamente rilassato e ammorbidito così da lasciar passare solo ciò che percepiamo come accettabile rispetto al nostro senso di sicurezza e alla nostra moralità. L’apertura di questo filtro è un passaggio fondamentale per accedere allo stato ipnotico, ma possiamo sempre chiudere la “dogana” in qualsiasi momento. L’ipnosi, quindi, si co-crea in una collaborazione conscia: da qui si comprende che l’operatore è solo una guida, e non ha senso l’espressione sotto-porsi all’ipnosi o all’ipnotista, o assimilarla ad una manipolazione o esercizio di potere!
La flessibilità dell’approccio ipnotico
Anche se la dizione ipnoterapia è ormai entrata nel gergo tecnico, sarebbe più esatto parlare di ipnositerapia, con riferimento alla psicoterapia effettuata con l’ausilio di strumenti ipnotici o basata principalmente su un approccio ipnotico, al fine di generare cambiamenti positivi. Può essere impiegata per trattare un ampio ventaglio di problemi e condizioni sia come modalità a se stante, sia in congiunzione con altre metodologie (ad esempio PNL, psicologia energetica, ecc.). Si tratta di un campo multidisciplinare in quanto in essa, soprattutto in quel settore dell’ipnotismo evoluto, impropriamente detto ipnoanalisi, possono confluire aspetti importanti di approcci quali la terapia cognitivo-comportamentale, la psicologia transazionale, la gestalt, la psicoanalisi, la psicologia quantica, ecc. ma anche, ad esempio, e solo apparentemente stranamente, metodologie e tecniche della mediazione familiare o della psicoterapia con la famiglia.
Un gran numero di persone iniziano a rispondere agevolmente e rapidamente all’ipnoterapia. Il numero di sedute richieste dipende comunque in larga misura dalla natura del problema e da vari fattori individuali. In ogni caso la motivazione gioca un ruolo fondamentale, come sinteticamente è descritto anche in “Ipno-bufale e realtà“.
L’impiego clinico in psicoterapia
L’ipnotismo clinico si riferisce all’impiego che si fa delle tecniche ipnotiche in ambito clinico, e quindi anche medico. Alcune delle tante problematiche che possono beneficiarne in ambito psicoterapeutico sono elencate di seguito. Per le patologie organiche o i problemi psicosomatici vedere nelle sezioni “ipnotismo in medicina” e “indicazioni dell’ipnosi medica“:
– sindromi ansiose, depressive, ossessivo-compulsive, fobiche e da panico;
– disturbi sessuali funzionali;
– depressioni mascherate, disturbi del sonno, stress, iperattività, ansia da prestazione;
– disordini alimentari (anoressia, bulimia, binge eating, vomiting);
– dipendenze (controllo del peso, fumo, gioco compulsivo, ecc.);
– conflittualità intrapersonali ed interpersonali.
Disclaimer: lo psicoterapeuta è soltanto uno psicoterapeuta!, e l’ipnotismo è soltanto ipnotismo! In ragione di queste profonde verità, vi sono alcuni disagi e problematiche che, se necessario, potrebbero dover essere affrontati con l’ausilio e la consulenza di altre figure professionali.
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