Salute e benessere

Salute, Benessere e Stress

     La salute come processo

   La salute è una dimensione complessa definita dalla relazione tra gli aspetti fisici, emozionali, mentali, sociali e spirituali di un individuo e non coincide con l’assenza di sintomi.

   Salute, benessere e stress sono strettamente correlati e intimamente connessi all’immaginazione, la quale è ben diversa dal fantasticare. Il senso etimologico profondo di immaginare è “in me mago agere”, cioè in me agisce il mago. Nella nostra epoca di ritmi incalzanti, di cambiamenti velocissimi e costante induzione di bisogni, l’immaginazione è al contempo mortificata e iperstimolata. Questo produce forti e costanti sollecitazioni del sistema neurovegetativo simpatico, che si traducono in un eccesso di reattività che sostiene notevoli quote di quanto percepiamo come stress.

 

   Percezione, relazione, stress

   La quota di benessere è correlata sia ad un dialogo piacevole e funzionale tra corpo, emozioni e mente, sia al rapporto con i nostri contesti di vita, relazionali, sociali e fisici: la qualità della nostra vita dipende dall’armonia tra tutto ciò.

   Stiamo parlando di dimensioni dinamiche, in costante mutamento adattivo e creativo, in cui la nostra interpretazione degli eventi, cioè le nostre percezioni, hanno un ruolo fondamentale. Le percezioni spesso non sono affatto libere ma pesantemente condizionate dalla nostra storia, da caratteristiche della personalità e dai nostri legami.

   Questa complessa interazione fa sì che quanto neutrale o stimolante per un individuo risulti, invece, deleterio o catastrofico per un altro.

   Lo stress, quindi, non possiede qualità assolute, come non le possiede la conflittualità, in quanto fisiologici alla vita: l’attribuzione negativa o positiva è una sorta di interpretazione del nostro organismo complessivo, che attinge alla storia personale e ai condizionamenti in cui siamo immersi dalla nascita e anche prima. E’ soggettivo che lo stress risulti dannoso (distress) o un benefico stimolo (eustress) e, come in ogni altra cosa, contano aspetti quantitativi e qualitativi.

  Quanto soggettivamente percepito come distress crea, comunque, tensioni fisiche, mentali ed emozionali; se queste divengono croniche, possono produrre disfunzionalità ad ogni livello, con notevoli di ripercussioni psicofisiche e relazionali.

 

    I condizionamenti

   La nostra cultura tende a generare il desiderio di soluzioni facili alle complicazioni e sofferenze della vita. Un attuale serpeggiante mito new age ci spinge a ritenere il benessere quello stato ideale di assenza di stress, approdo, finalmente, ad una realtà fondata su “sogni” belli invece che brutti; tale concezione consolatoria può risultare molto illusoria ed anche deleteria. Sicuramente è utile imparare a “sognare” positivo, ma il benessere è in primo luogo un processo, un destarsi dal “sogno” o, per lo meno, diventare “lucidi” durante: è imparare ad utilizzare gli stress inevitabili, aumentare la resilienza e ristrutturare le credenze limitanti che ci rendono impotenti e a loro volta creano stress. Occorre rendersi conto, insomma, che la percezione (il “sogno”) non è la verità assoluta ma è condizionata, e che limitarsi a restare nelle zone di confort, esistere, è ben diverso dall’essere vivi. Allo stesso tempo, occorre sia imparare l’arte di non creare/crearsi stress inutili, sia liberarsi dalla credenza che maggiore benessere equivale ad attraversare inevitabile sofferenza.

  Siamo esseri profondamente in connessione, costantemente bombardati dall’esterno e dal di dentro da informazioni ed “istruzioni”; pensiamo di essere liberi ma siamo mossi da tanti fili sottili. Alcune di queste “istruzioni” sono utili, molte altre inutili se non dannose. Le dannose andrebbero scansate o, quando il “danno” è fatto, disinnescate, “reincorniciate” e ricontestualizzate; le inutili filtrate. Soprattutto le relazioni interpersonali e i contesti di vita, sono un potente veicolo di reciproca influenza e spesso inconsapevole “programmazione” benefica o disfunzionale. Rapporti non creativi con gli altri e noi stessi, stressanti, sacrificano le nostre potenzialità. Col tempo il consolidamento di tali schemi irrigiditi rende difficile affrontare sia i cambiamenti fisiologici che gli stress naturali della vita, con possibili esiti in problematiche psichiche, “psicosomatiche” o fisiche, come sempre più evidenziano la medicina ufficiale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). I sintomi provocati da fattori emozionali, quindi, se persistono nel tempo tendono a ripercuotersi sul corpo e produrre cambiamenti organici.

 

   Chi gestisce cosa? 

   Per potenziare le risorse di salute, benessere e crescita è fondamentale gestire lo stress negativo (distress) e non co-crearne troppo imparando a governare l’immaginazione, spesso ostaggio del passato o del futuro. Ristrutturare gli atteggiamenti personali nei confronti dello stress attraverso l’incremento della resilienza e la modifica delle nostre credenze limitanti consente di nutrire atteggiamenti più interlocutori e consapevoli con le proprie risorse profonde, le esperienze della vita e relazionali. Un modo essenziale per farlo è quietare il ‘cervello sinistro’ ed attivare il ‘cervello destro’: ciò è possibile agevolmente rilassando il primo col relax profondo e attivando il secondo con l’ipnosi e/o autoipnosi. Ne deriva un significativo riequilibrio tra funzioni, con notevole ottimizzazione nella gestione di risorse personali, potenzialità di salute ed autoguarigione, e “forza dell’io”. Anche la psicologia energetica può trovare utile integrazione in queste metodiche. Uno dei benefici aggiuntivi dell’impiego di queste tecniche, purtroppo poco note, è una “ripulitura delle antenne”: influenze negative e depotenzianti vengono più prontamente riconosciute e rifiutate o ristrutturate, ad esempio le tante suggestioni negative e messaggi condizionanti cui siamo sottoposti costantemente in alcune relazioni, dai mass media, ecc. Una mente pacifica è molto più lucida, intuitiva, interconnessa e creativa. Le ripercussioni risultano molto benefiche per l’unità mente-corpo, la personalità, il senso di autostima e, quindi, la vita di relazione.

 

 

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